
Titolo Italiano | Padre ricco padre povero. Quello che i ricchi insegnano ai figli sul denaro |
Titolo Originale | Rich dad, poor dad: what the rich teach their kids about money |
Autore | Robert T. Kiyosaki |
Numero di pagine | 208 |
Anno Di Pubblicazione | USA: 1984 ITA: 2004 |
Categoria | Educazione Finanziaria |
L’autore: Chi è Robert T. Kiyosaki
Robert Toru Kiyosaki è un autore americano (di origine giapponese) noto soprattutto per il suo best-seller “Padre Ricco Padre Povero”. In realtà, prima di diventare una celebrità nel campo della crescita personale, Kiyosaki aveva fatto fortuna grazie ai suoi investimenti nel settore immobiliare e alla sua attività imprenditoriale.
Kiyosaki può essere anche considerato un vero e proprio attivista che milita in favore dell’educazione finanziaria e che combatte il diffuso fenomeno dell’analfabetismo finanziario.
Il successo (non immediato) del suo libro “Rich Dad, Poor Dad” lo porteranno a dedicarsi sempre di più a questi temi e a fondare le società CashFlow Technologies Inc. che gestisce i marchi Rich Dad e Cashflow (dal nome del suo gioco educativo Cashflow 101).

La stragrande maggioranza della popolazione nasce con un handicap che si porterà dietro per tutta la vita. Tale handicap riguarda la mancanza di qualsiasi educazione finanziaria: né i nostri genitori, né la scuola, né i nostri amici e conoscenti ci spiegano infatti come funzionano i soldi e come gestirli.
Risultato: ci portiamo dietro questa grave lacuna tutta la vita, commettendo errori che condizioneranno per sempre la nostra situazione economica.
Sembrava essere il destino di Robert Kiyosaki, nato in una famiglia della classe media americana in cui l’argomento denaro era addirittura tabù.
Ma all’età di 9 anni, il piccolo Robert ha la fortuna di incontrare una sorta di secondo padre che accetta di spiegargli tutto quello che bisogna sapere per diventare ricchi.
Oltre a suo padre (il padre povero del titolo), Robert avrà quindi un padre ricco da cui imparare sei lezioni essenziali per ottenere successo e ricchezza.
“A scuola impariamo che gli errori sono negativi e siamo puniti per averli fatti. Tuttavia, se si guarda al modo in cui gli esseri umani sono progettati per imparare, tutti impariamo facendo errori.
Impariamo a camminare cadendo. Se non cadessimo mai, non cammineremmo mai.”
Robert T. Kiyosaki – Padre Ricco Padre Povero
Le 6 lezioni principali di Padre Ricco Padre Povero

L’autore ha avuto la fortuna di avere due padri. Il padre povero del titolo era il papà biologico di Robert mentre il padre ricco era in realtà il papà di un suo amico.
Il primo padre era un insegnante la cui cultura non bastò ad evitare problemi finanziari tutta la vita.
Il secondo padre era invece un imprenditore/investitore destinato a diventare uno degli uomini più ricchi delle Hawaii.
Questa sorta di padre adottivo accetta di offrire al piccolo Robert l’educazione finanziaria che il suo padre naturale non avrebbe mai potuto offrirgli.
E in “Padre Ricco,Padre Povero”, Robert Kiyosaki ci propone le sei lezioni fondamentali trasmesse dal suo padre ricco.
LEZIONE 1 – I ricchi non lavorano per i soldi ma fanno lavorare i soldi per loro
“I poveri e la classe media lavorano per i soldi. I ricchi lasciano invece che i soldi lavorino
Robert T. Kiyosaki – Padre Ricco Padre Povero
per loro.”
Si tratta della prima grande lezione fondamentale del padre ricco per Robert e per noi lettori.
La maggior parte delle persone lavora tutta la vita per qualcun altro offrendo il proprio tempo in cambio di denaro. Dietro questa scelta c’è in primo luogo la paura: in particolare la paura di essere licenziati e di non avere abbastanza soldi per pagare le proprie bollette e fatture.
Ma la paura non è tutto: l’avidità gioca un altro ruolo fondamentale perché quando riceviamo il nostro stipendio, iniziamo a pensare a tutte le splendide cose che possiamo ottenere con il denaro.
A quel punto eccoci nel bel mezzo del pattern della corsa dei topi (rat race): ci alziamo ogni mattina per andare a lavoro, paghiamo le nostre spese. Il giorno dopo ci alziamo per andare a lavoro, paghiamo le nostre spese e via dicendo.
E in questo pattern, guadagnare di più non risolve niente: più guadagniamo, più spendiamo.
E più guadagniamo, più siamo tassati dallo stato. La conseguenza è che i soldi non bastano mai e allora lavoriamo sempre di più senza andare alla radice del problema e per tutta la vita siamo in questa folle corsa in cui la paura e l’avidità controllano la nostra vita (da cui il concetto di rat race o corsa dei topi che è citato regolarmente nei libri di educazione finanziaria).
La verità è che un lavoro è solo una soluzione a breve termine ad un problema a lungo termine. Molte persone hanno solo un problema a breve termine nella loro testa: le fatture e bollette da pagare alla fine del mese. I soldi controllano la loro vita e non riescono mai a porsi la domanda: “c’è forse un altro modo?”, “esiste un’alternativa a riprodurre quello che hanno fatto i miei genitori lavorando tutta la vita per i soldi?”.
I ricchi invece adottano un modello completamente diverso: investono i propri soldi in attività commerciali, immobili, azioni e via dicendo per poter far lavorare i soldi al posto loro.
I ricchi, inoltre, pagano poche tasse (o a volte non ne pagano affatto) perché hanno le conoscenze finanziarie per trovare dei trucchetti per ottimizzare la propria tassazione.
Famoso il caso di Donald Trump che, grazie ad una serie di meccanismi e trucchetti, ha sempre pagato pochissime tasse.
LEZIONE 2 – I ricchi comprano degli attivi mentre i poveri e la classe media comprano dei passivi
La maggior parte delle persone hanno difficoltà finanziarie tutta la vita perché non capiscono la differenza tra un attivo ed un passivo. Un attivo è semplicemente qualcosa che mette i soldi nella mia tasca (ad esempio la rendita di una casa che abbiamo affittato a qualcuno), mentre un passivo è qualcosa che toglie soldi dalla mia tasca (ad es. la rata per pagare la nostra auto).
I poveri e la classe media comprano soprattutto dei passivi, spesso credendo che siano degli attivi. È quanto avviene per l’acquisto della propria residenza principale: molti di noi sono convinti che diventare proprietari della nostra casa significhi investire in un attivo.
In realtà, una delle grandi rivelazioni di “Padre ricco Padre Povero” è che la nostra casa diproprietà è un passivo fino a quando ci abitiamo dentro. Il motivo è semplice: pagando ogni mese le rate del mutuo, questa casa ci porta via soldi.
Diverso è invece il caso di una casa che mettiamo in affitto e che ogni mese ci fa guadagnare qualcosa.
Naturalmente questo non significa che non dobbiamo comprare una casa. L’importante è non investire la totalità dei nostri soldi in questa casa e comprendere che non stiamo investendo in un attivo. Se investissimo gli stessi soldi in azioni ed obbligazioni, ogni anno potremmo far fruttare questo denaro. La casa invece è una spesa costante che ci porta via soldi ogni mese.
È importante conoscere la differenza fondamentale tra un attivo ed un passivo. Una volta compresa questa differenza, bisogna concentrare i propri sforzi sull’acquisto di beni che producono guadagni.
- i poveri comprano passivi ed hanno solo spese (le rate dell’auto, le rate dei prestiti per comprare telefoni e televisioni…);
- le persone appartenenti alla classe media comprano passivi credendo che siano attivi (la propria casa);
- i ricchi comprano attivi che producono soldi (investimenti immobiliari, azioni, obbligazioni, aziende…).
LEZIONE 3 – I ricchi badano ai propri affari
Il nostro sistema educativo ha l’obiettivo di formare i giovani per permettere loro di trovare un buon lavoro ed ottenere un buono stipendio. I giovani più fortunati otterranno quindi un lavoro e la loro vita ruoterà per sempre intorno al loro stipendio, entrando rapidamente nella rat race di cui abbiamo parlato in precedenza.
La terza grande lezione di “Padre Ricco Padre Povero” è che per costruire la propria sicurezza ed indipendenza finanziaria, è necessario badare ai propri affari.
Per Kiyosaki la formula è semplice: conserva il tuo lavoro ma inizia ad investire in attivi e non in passivi. Mantieni quindi le spese basse, riduci i debiti ed inizia a costruire diligentemente una solida base di beni.
Lista di beni in cui investire in priorità:
- attività commerciali che non richiedono la tua presenza (se la richiedono si tratta di un lavoro e non di un investimento;
- azioni;
- obbligazioni;
- immobili che producono guadagni (es. un appartamento che puoi mettere in affitto);
- prestiti offerti ad altre persone (l’autore parla di IOUs che potremmo tradurre come cambiali);
- diritti d’autore per opere intellettuali (es. libri o musica) e brevetti;
- qualsiasi altra cosa che abbia un valore sul mercato e che produca reddito.
Badare ai propri affari significa lavorare sul nostro patrimonio investendo in beni che fanno lavorare i nostri soldi per noi. La cosa stupenda è che i soldi lavorano 24 ore su 24 senza bisogno del nostro intervento.
Un’altra importante distinzione è che i ricchi comprano beni di lusso alla fine mentre i poveri e la classe media tendono a comprarli all’inizio.
“La maggior parte delle persone non riesce a rendersi conto che nella vita, non è quanti soldi si fanno, ma quanti soldi si conservano.”
Robert T. Kiyosaki – Padre Ricco Padre Povero
LEZIONE 4 – I ricchi usano le aziende per pagare meno tasse
Ecco quello che il libro presenta come il più grande segreto dei ricchi: la comprensione e l’utilizzo di società ed aziende.
È proprio la comprensione dei meccanismi fiscali, legali e finanziari delle società/aziende a permettere ai ricchi di differenziarsi dalla massa.
Una società può essere un semplice raccoglitore con alcuni documenti legali all’interno. Si tratta di un corpo legale senza anima che è però estremamente importante per i ricchi. Il motivo è semplice: le tasse sulle società sono più basse delle tasse sulle persone.
Senza dimenticare che alcune spese possono essere effettuate attraverso una società evitando tasse.
Una vacanza può infatti diventare un viaggio di affari, un mobile può diventare un elemento del nostro ufficio ed un’auto può essere considerata una spesa aziendale. L’autore ci spiega che la maggior parte degli americani (ma vale anche per noi italiani) lavorano 5 mesi all’anno per il governo a causa delle tasse. La grande verità è che non solo siamo tassati quando guadagniamo (imposte sui redditi) ma anche quando spendiamo (attraverso l’IVA ad esempio).
In termini di tassazione, è molto più intelligente investire che spendere: le tasse sugli investimenti sono infatti sempre più basse.
I vantaggi fiscali non sono l’unico vantaggio delle società: avere una società ci offre anche una protezione legale contro eventuali litigi o problemi.
I ricchi infatti usano le società per nascondere la maggior parte della loro ricchezza: in caso di problemi, i creditori e avversari potranno quindi danneggiare solo una parte del loro patrimonio.
Per capire i vantaggi di questa strategia, prendiamo l’esempio della storia di Kiyosaki. Nonostante un lavoro molto ben pagato presso la società Xerox, l’autore viveva una grande frustrazione: più guadagnava, più l’ammontare delle deduzioni fiscali gli sembravano enormi.
Per questo motivo, decise di creare una società attraverso la quale effettuare investimenti immobiliari. In meno di tre anni la sua società gli faceva guadagnare ben più che il suo lavoro strapagato alla Xerox.
Kiyosaki ci spiega che senza la sua educazione finanziaria (acquisita grazie ai consigli del padre ricco del titolo), non avrebbe mai potuto raggiungere tale risultato. 4 sono le expertise che bisogna sviluppare per avere solidi basi:
- contabilità;
- investimenti;
- conoscenza del mercato;
- legge.
“Nel mondo in rapida evoluzione di oggi, non è più tanto quello che sai che conta, perché spesso quello che sai è vecchio. È quanto velocemente impari. Questa abilità non ha prezzo.”
Robert T. Kiyosaki – Padre Ricco Padre Povero
LEZIONE 5 – I ricchi inventano i soldi
300 anni fa essere ricco significava avere terreni. In seguito la ricchezza inizia a risiedere nellefabbriche e nella produzione.
Oggi, la ricchezza è l’informazione. E le persone che possiedono l’informazione più opportuna possiedono la ricchezza.
Per questo investire nella propria intelligenza finanziaria è il modo più rapido e sicuro per diventare ricchi.
Secondo l’autore, la fortuna è qualcosa che possiamo creare noi stessi, proprio come possiamo creare denaro. Come? Attraverso il bene più grande che possediamo: la nostra mente. Se ben formata, la nostra mente può creare delle enormi ricchezze.
Investendo nella nostra intelligenza finanziaria possiamo:
- identificare e cogliere le occasioni che si presentano a noi;
- capire quali sono i migliori investimenti;
- accettare che per investire bisogna prendere qualche rischio;
- minimizzare tale rischio investendo in modo più oculato;
- capire che in materia di investimenti molto persone non vincono mai per paura di perdere (ma che invece perdere un po’ è il solo modo di migliorarsi e capire come vincere).
Esistono due categorie di investitori: quelli che comprano investimenti già pronti (es. un package di azioni) e quelli che creano degli investimenti. Se vuoi rientrare nella seconda categoria devi sviluppare queste 3 competenze:
- Trovare un’opportunità che tutti gli altri non hanno (ancora) visto;
- Raccogliere soldi;
- Lavorare con persone intelligenti.
“Non essere dipendente dal denaro. Lavora per imparare, non lavorare per soldi. Lavora per la
Robert T. Kiyosaki – Padre Ricco Padre Povero
conoscenza.”
LEZIONE 6 – I ricchi lavorano per imparare e non per guadagnare
È incredibile come molte persone con talento guadagnino poco rispetto alle proprie capacità. Molte persone avrebbero solo bisogno di sviluppare la propria intelligenza finanziaria per far aumentare i propri redditi in modo esponenziale.
A scuola e all’università il classico consiglio è specializzarsi il più possibile per diventare esperti in un singolo campo. Quando poi entriamo nel mondo lavorativo, questa tendenza alla specializzazione si acuisce ancora di più. Nella maggior parte dei lavori, la specializzazione è sempre più presente tanto che dopo qualche anno non si impara più nulla. Questo è un grande handicap perché significa che per tutta la vita saremo schiavi della società per cui lavoriamo o nel migliore dei casi del settore in cui operiamo. Di conseguenza, per tutta la vita saremo condannati a lavorare per i soldi ed essere dipendenti dagli altri.
Il padre povero dell’autore credeva nel dogma della specializzazione e consiglia quindi a Robert di andare all’università e specializzarsi il più possibile. Il padre ricco invece consiglia “cerca di imparare un po’ di tutto” per non essere mai schiavo di un solo lavoro o settore.
I giovani dovrebbero scegliere il loro primo lavoro non in base allo stipendio ma in base alla possibilità di imparare nuove cose.
L’istruzione e la conoscenza sono molto più importanti dei soldi sul lungo termine perché se ben utilizzati possono diventare una fonte costante di redditi e ricchezza.
Ecco un’altra importante rivelazione che costituisce la sesta ed ultima lezione di “Padre Ricco Padre Povero”
“I ricchi lavorano (soprattutto) per imparare e non per i soldi.“
Robert T. Kiyosaki – Padre Ricco Padre Povero
Conclusioni – È fondamentale investire nella propria intelligenza ed educazione finanziaria
Il messaggio di cui far tesoro in “Padre Ricco Padre Povero” è che è fondamentale investire nella propria intelligenza ed educazione finanziaria.
“Il singolo bene più potente che tutti abbiamo è la nostra mente. Se è ben allenato, può creare
Robert T. Kiyosaki – Padre Ricco Padre Povero
enormi ricchezze in quello che sembra essere un istante.”
La maggior parte delle persone sono vicine all’analfabetismo finanziario: questo costituisce un grande handicap per loro ma anche una grande opportunità per chi ha la pazienza e la lungimiranza di formarsi sui 4 temi fondamentali:
- della contabilità;
- degli investimenti;
- della conoscenza del mercato;
- della legge.
Queste persone avranno, infatti, un enorme vantaggio competitivo sulla massa di persone che non alzano mai la testa per capire che sono in una folle corsa in cui si riproduce il pattern della rat race (corsa dei topi): lavoro, spese, tasse, lavoro, spese, tasse…
A mio modo di vedere, si tratta di uno dei libri di educazione finanziaria che consiglio.
Il libro di Kiyosaki contiene le basi essenziali dell’educazione finanziaria e permette di aprire gli occhi su una realtà fondamentale: nessuno ci prepara nella vita per gestire i nostri soldi anche se si tratta di una competenza assolutamente fondamentale.
“Sei povero solo se ti arrendi. La cosa più importante è che tu abbia fatto qualcosa. La maggior parte delle persone parla e sogna solo di diventare ricca. Tu hai fatto qualcosa.”
Robert T. Kiyosaki – Padre Ricco Padre Povero